Radioattività nei Rottami

I rottami metallici ferrosi e non ferrosi utilizzati nell'industria metallurgica possono indebitamente contenere radioisotopi sia artificiali sia naturali che, se inseriti nel ciclo lavorativo, possono portare a contaminazioni dell'ambiente oltre che dei prodotti finiti e del luogo di lavoro.
Dal 1995 è stata introdotta in Italia la sorveglianza radiometrica dei rottami metallici con l'art. 157 del D.Lgs 230 per la prevenzione degli episodi di fusione accidentale di sorgenti radioattive. Negli anni hanno continuato a verificarsi una decina di incidenti di tale natura, con la conseguente contaminazione di polveri di abbattimento dei fumi, delle scorie, dei prodotti della lavorazione, e infine con la contaminazione dell'ambiente e una esposizione dei lavoratori e della popolazione circostante. Oltre ad importanti conseguenze sulla salute c'è da considerare anche l'ingente danno economico e sociale connesso con il fermo dell'impianto stesso. Ciò dimostra la necessità di una grande attenzione all'applicazione della normativa, secondo indirizzi tecnici certi e uniformi sul territorio.
L'articolo  1 D.Lgs n. 100/2011 che modifica l'articolo 157 del D.Lgs. n. 230/95  impone a tutti
i soggetti che a scopo industriale o commerciale esercitino l’attività di importazione, raccolta, eposito o fusione di rottami metallici o prodotti semilavorati metallici, di effettuare una sorveglianza radiometrica su tutti i predetti materiali, e non solo sui materiali o carichi considerati a rischio. Allo stato attuale, per come è formulata la norma, la sorveglianza su carichi già controllati prima dell’ingresso all’impianto di fusione non può essere evitata, in quanto la responsabilità della sorveglianza è a carico del gestore di ciascun impianto.
Sugli impiati che controllano i carichi in ingresso è prevista una verifica di buon funzionamente con periodicità bimestrale e un controllo annuale da parte dell'Esperto Qualificato. Ai fini del controllo del buon funzionamento viene normalmente impiegata una sorgente di prova di bassa attività che viene posta in modo ripetibile di fronte ai vari rivelatori del portale.  Il valore di conteggi ottenuto viene quindi confrontato con quello atteso, determinato in fase di installazione del portale stesso; se il valore risulta contenuto entro una certa tolleranza dal valore atteso, il controllo ha esito positivo.

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